NPL Meeting 2019 – cosa è emerso nell’ultimo congresso di Banca IFIS
Si è conclusa il 27 settembre a Venezia l’ottava edizione del NPL Meeting organizzata da banca IFIS come occasione di aggiornamento sul tema degli NPLs e il bank restructuring.
L’edizione di quest’anno ha registrato 1000 presenze, 250 istituti di credito e 250 investitori. Interessante il discorso introduttivo dell’amministratore delegato Luciano Colombini che dipinge una chiara fotografia della situazione attuale e delle prospettive future nell’ambito NPL e UTP.
Colombini si focalizza sugli attori del mercato NPL: Banche, Debitori, Investitori e Servicer affermando in apertura che “tutti gli attori del mercato sono chiamati ad adeguarsi ai nuovi trend.”
Banche
“Per quanto riguarda le BANCHE, queste stanno già adottando da molto tempo (sotto la pressione delle vigilanze nazionali ed internazionali) criteri di erogazione più prudenti nella concessione dei crediti e sistemi di monitoraggio più attenti e preformanti riguardo all’andamento dei clienti e delle società. Si nota un’evoluzione nei sistemi di early warning e intervengono ai primi segnali di ritardo, di crisi o difficoltà finanziarie.”
Un tempo i direttori di filiale erano chiamati a gestire questa situazione, ora non è più così: una volta c’erano fideiussioni e garanzie immobiliari, ora invece si tende ad esteriorizzare e ad investire nel recupero crediti esterno alla banca”- e, precisa Colombini – “affidare all’esterno è sicuramente più efficiente perché si recupera meglio e si recupera di più. Ma è anche vero che poco educativo per le reti bancarie in quanto si trovano solo ad erogare (denaro ndr) e non recuperare.”
Debitori
Sui soggetti DEBITORI, l’AD di Banca Ifis si concentra sulle società debitrici affermando che si spera che nel futuro saranno più celeri nel manifestare segnali di crisi e manifestare la volontà di intraprendere piani di ristrutturazione del debito.
Servicer
Sul piano SERVICER invece, questi dovranno essere in grado di “coprire tutte le differenti classi di NPE e di volta in attrezzarsi per selezionare la migliore strategia di recupero.” Creare potenziali nuove partnership “con le istituzioni finanziarie per immettere nuova liquidità; gli operatori specializzati potranno supplire ad una certa inerzia delle banche commerciali nell’affrontare le crisi aziendali risolvibili mettendo in campo competenze e risorse adeguate che le banche tradizionali oggi non hanno. Le risorse IT, ad esempio, sono essenziali per l’efficientamento dei recuperi.”
Investitori
Parlando agli INVESTITORI Colombini invece assicura che i crediti non performing continueranno a garantire ritorni interessanti. “La qualità dei nuovi crediti inoltre è prevista in miglioramento: sia in termini di anzianità sia in termini di corredo informativo.”
Breve focus sui prezzi che viene così riassunto: “I prezzi medi degli unsecured nel 2019 si sono alzati dal 6% al 8-9%, ma anche la qualità è di molto migliore. I portafogli con vintage e valore ridotto sono già stati venduti nel 2017/2018 e le transazioni future sono previste prevalentemente su nuovi flussi e la profittabilità del settore è attesa in modo elevato nel medio termine.”
“Il problema” – conclude Colombini – “resta il recupero Nei bilanci delle banche rimangono 166 mld però solo 11 sono stati recuperi. Lo stock è attorno ai 300 miliardi ed è destinato ad aumentare. Circa 50 sono i servicer coinvolti e circa 100 le agenzie di recupero e e strutture di recupero devono essere appropriate alla dimensione, complessità e caratteristiche delle attività delle banche con sistemi di monitoraggio continui ed efficienti.”
In conclusione dobbiamo pensare ad un mondo bancario che da un lato si attrezza per ridurre ulteriormente l’impatto degli NPE, e dall’altro però il risultato di questo lavoro deve ridurre NPE di migliore qualità in termini di corredo informativo e vintage.
Gli Utp saranno il futuro?
Daniele Scota risponde: “sicuramente sarà il nuovo mercato in Italia. Oltre all’ondata degli NPLs dei precedenti 3 anni, non dimentichiamo che c’è un mercato da circa 80 miliardi e più complicato degli NPLS perché ha ad oggetto crediti vivi e pertanto richiede degli interventi mirati da parte degli operatori specializzati volti a valorizzare gli attivi sottostanti.”
Gestione post cessione, quali le 3 leve per il recupero?
Silvia Lodi – capo del contenzioso affari legali di Banca IFIS “Velocità: il credito più passa il tempo più perde valore, attraverso una struttura grazie a persone con elevata ed approfondita conoscenza della materia, attraverso un supporto IT e attraverso un processo chiaro e ben definito. “
Altri dati dalla rassegna stampa
Nel 2015 il rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti era del 17%, ora è del 9%, a metà del 2019 restavano ancora 168 miliardi di euro da smaltire
Il mercato si conferma vivace: per il 2020 stimano 46 miliardi di transazioni NPL, il 17% coperte da Gacs e il 355 nel mercato secondario.
Autore: Jessica Bertazzo