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Come ottenere le prove per chiedere una variazione dell’assegno di mantenimento?

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Spesso, in seguito a un divorzio, una delle due parti può richiedere un assegno di mantenimento, il cui importo viene stabilito dal giudice sulla base di specifici criteri economici e personali.

Tuttavia, le circostanze economiche e personali di ciascuna delle due parti possono mutare nel tempo o essere diverse rispetto a quelle ufficialmente dichiarate e valutate dal giudice nella determinazione dell’assegno di mantenimento.

In questi casi è possibile richiedere una variazione dell’assegno di mantenimento, ma, per farlo, è necessario supportare la richiesta con prove concrete che dimostrino tale cambiamento o difformità. Queste possono includere documenti finanziari, come dichiarazioni dei redditi aggiornate, estratti conto bancari o contratti di lavoro, che attestino un aumento o una riduzione dei redditi dell’ex coniuge, oppure prove a testimonianza di entrate non registrate o di uno stile di vita non compatibile con le condizioni economiche enunciate.

Ma, come riuscire a raggiungere tali evidenze e ottenere le prove più adatte e idonee alla propria causa, in modo trasparente e legale, evitando di violare la riservatezza dell’ex coniuge? Vediamolo in questo articolo.

 

Dopo il divorzio si può chiedere il mantenimento. Il giudice come stabilisce il valore dell’assegno?

Se la risposta alla domanda “Dopo divorzio si può chiedere mantenimento?” è “sì”, come stabilisce il giudice l’importo di questo assegno? Il criterio principale utilizzato dal giudice è quello di ricostruire il tenore di vita mantenuto durante il matrimonio, con l’obiettivo di garantire al coniuge economicamente più vulnerabile un livello di vita adeguato e simile a quello precedente al divorzio.

Per determinare l’importo dell’assegno, il giudice si basa su tre fattori principali: le condizioni patrimoniali, la capacità lavorativa e la gestione dei figli, tenendo sempre conto delle loro esigenze.

Nel caso della capacità lavorativa, si valutano le effettive possibilità del coniuge di svolgere un lavoro retribuito, prendendo in considerazione vari elementi come età, stato di salute, livello di istruzione ed esperienza lavorativa.

 

Le condizioni patrimoniali, invece, comprendono diversi aspetti che possono influire sull’importo dell’assegno, tra cui:

  • I redditi da lavoro, che vengono analizzati in base al tipo di contratto (full-time o part-time) e al valore emolumento, che include il salario più eventuali indennità, benefici e bonus.
  • Altri redditi derivanti da beni mobili o immobili, come quelli provenienti da proprietà di lusso o da locazioni.
  • Il patrimonio complessivo, che può includere anche risparmi su conti correnti (anche non intestati al coniuge richiedente).
  • La convivenza more uxorio, che implica eventuali benefici economici derivanti da una relazione affettiva stabile e continuativa, anche se non formalizzata con il matrimonio.

Infine, il giudice può tenere in considerazione altre variabili, come eventuali responsabilità familiari aggiuntive (ad esempio, il mantenimento di una nuova famiglia o spese mediche straordinarie). Ogni caso è valutato in modo specifico e approfondito per garantire un equilibrio equo tra le parti coinvolte.

 

Assegno di mantenimento coniuge senza reddito. E se invece non fosse davvero così?

In caso di separazione e moglie senza reddito o marito senza reddito, l’assegno di mantenimento viene disposto per garantire il supporto economico di chi non percepisce introiti.

Tuttavia, cosa accade se quella dichiarazione di “assenza di reddito” non è veritiera?

È un caso più comune di quanto si possa pensare: il coniuge potrebbe infatti lavorare in nero, beneficiare di altri redditi occulti, come il subaffitto non dichiarato di una proprietà o l’affitto di una proprietà immobiliare non registrata, oppure convivere in maniera ufficiosa con una nuova persona senza contribuire alle spese domestiche.

In queste circostanze, è un diritto dell’altra parte poter richiedere una modifica sull’assegno di mantenimento, con l’obiettivo di una redistribuzione equa delle risorse. Per farlo, però, è necessario presentare prove concrete che dimostrino l’incongruenza tra quanto dichiarato e la realtà.

 

Come dimostrare che l’ex coniuge ha redditi da valutare ai fini della variazione dell’assegno di mantenimento?

Per chiedere una variazione dell’assegno di mantenimento, è fondamentale dimostrare che la situazione patrimoniale dell’ex coniuge è cambiata rispetto a quanto conosciuto dal giudice. Per farlo, è necessario raccogliere prove concrete e affidabili che confermino questa nuova realtà economica.

In questo processo, è essenziale avvalersi di professionisti esperti, in quanto un privato cittadino non possiede le licenze necessarie né le competenze per raccogliere prove valide in giudizio. Al contrario, un investigatore privato ha le autorizzazioni e il know-how per eseguire indagini accurate, che includono l’attuazione di pedinamenti e appostamenti professionali, utili a fornire elementi concreti da utilizzare in tribunale.

Affidandoti a un’agenzia investigativa specializzata come CreditVision, potrai ottenere prove valide in giudizio, aumentando le probabilità di successo della tua causa. Ogni anno, migliaia di divorziati, o i loro avvocati, si rivolgono a noi per raccogliere le prove necessarie a dimostrare redditi occulti e uno stile di vita incongruente, al fine di ottenere una modifica dell’assegno di mantenimento. 

 

Se sospetti che il tuo ex coniuge stia nascondendo redditi o abbia un tenore di vita superiore a quanto dichiarato, non lasciare che la situazione rimanga irrisolta. Contattaci per una consulenza riservata e scopri come possiamo aiutarti a ottenere giustizia in sede legale.