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Successione conto corrente: come procedere e come rintracciare il conto corrente di un defunto?

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Il conto corrente di un defunto rientra nel patrimonio che il soggetto lascia in eredità a chi ha designato nel proprio testamento, se ne esiste uno, o a chi sono i suoi eredi legittimi, secondo la legge.

Per gli eredi in questione si presentano, dunque, entro un anno dal decesso del proprio caro, alcuni step burocratici da intraprendere per completare la successione del conto corrente e ottenere l’accesso a queste risorse finanziarie. 

Non sempre, però, svolgere le azioni burocratiche per assolvere a questo diritto è cosa così semplice e lineare. Oltre alle ben note lotte per l’eredità derivanti dai più disparati problemi, numerosi sono i casi in cui si affacciano altre due possibili problematiche:

  • Il conto corrente bancario è cointestato
  • Il conto corrente bancario non è facilmente rintracciabile

Dunque, in queste circostanze, come comportarsi? Cosa fare per portare a buon fine la ricerca dei conti correnti del defunto?

 

Conto corrente defunto con unico intestatario: il normale iter per la successione.

Se il defunto era l’unico intestatario del conto corrente, la successione segue una procedura piuttosto chiara: chi ha diritto all’eredità deve notificare il decesso alla banca, presentando il certificato di morte. 

In alcuni casi, gli istituti bancari vengono informati automaticamente attraverso l’Anagrafe, ma è sempre consigliabile comunicare direttamente l’evento alla filiale in cui era aperto il conto. Una volta ricevuta questa comunicazione, la banca sospende ogni operazione sul conto, compresi eventuali pagamenti automatici o addebiti ricorrenti. Da questo momento in poi, spetta agli eredi dimostrare il loro diritto a entrare in possesso delle somme presenti.

Per fare ciò, è necessario presentare una serie di documenti:

  • l’atto di morte ufficiale
  • il certificato di stato di famiglia, per dimostrare il legame di parentela con il defunto
  • il testamento, se esiste, o documenti che attestano la ripartizione dell’eredità secondo la legge
  • l’atto notorio o la dichiarazione sostitutiva di notorietà, che certifica chi sono gli eredi legittimi
  • il documento di identità e il codice fiscale degli eredi
  • la dichiarazione di successione, da presentare all’Agenzia delle Entrate entro dodici mesi dal decesso. Salvo nei casi in cui non sia obbligatoria, come quando il patrimonio è inferiore a 100.000 euro, non include beni immobili e gli eredi sono solo il coniuge e/o i figli (in queste situazioni, la banca potrebbe accettare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, ma è sempre opportuno verificare direttamente con l’istituto bancario i requisiti richiesti).

Una volta completata questa fase e verificata tutta la documentazione, la banca procederà con la liquidazione delle somme agli eredi secondo le quote spettanti e, in assenza di altri rapporti finanziari intestati al defunto, con la chiusura del conto. 

 

Conto corrente defunto cointestato: come procedere?

Quando il conto corrente del defunto è cointestato con un’altra persona, bisogna distinguere due casistiche fondamentali:

  1. Conto cointestato a firma disgiunta

In questo caso, ogni intestatario ha il diritto di operare sul conto in autonomia. Alla morte di uno dei cointestatari, la sua quota diventa parte dell’eredità e passa ai suoi eredi, che potranno prelevare le somme corrispondenti alla quota spettante.

  1. Conto cointestato a firma congiunta

Qui la situazione è più complessa: per effettuare qualsiasi operazione è necessaria la firma di tutti gli intestatari. Alla morte di uno di essi, il conto viene bloccato fino alla definizione della successione. Solo quando gli eredi e il cointestatario superstite raggiungeranno un accordo, sarà possibile prelevare o trasferire le somme.

 

Morte intestatario e conto corrente nascosto: come procedere? Il supporto delle indagini patrimoniali di CreditVision.

Una delle situazioni più complesse che possono verificarsi nella successione bancaria è la presenza di conti correnti nascosti, ovvero rapporti bancari che il defunto non ha mai dichiarato ai propri familiari, che gli eredi non conoscono o che riguardano conti correnti dormienti.

In questi casi, come procedere per evitare che queste somme, potenzialmente spettanti agli eredi, rimangano inutilizzate e, trascorsi 10 anni, vengano assorbite dallo Stato italiano come previsto dalla legge? La cosa migliore è affidarsi ad un’Agenzia di investigazione che affronta diversi tipi di Indagini patrimoniali, come CreditVision.

La nostra offerta include infatti un servizio altamente specializzato per il rintracciamento dei conti correnti nascosti, supportando gli eredi nella ricostruzione del patrimonio bancario attraverso indagini patrimoniali mirate. Per farlo, il nostro team di professionisti utilizza strumenti avanzati e metodologie investigative consolidate grazie a una ricca e affermata esperienza nel settore. 

Distinguiamo in questo ambito di ricerca diversi livelli di approfondimento: un’indagine di base per individuare le banche coinvolte, un livello intermedio per ottenere una mappatura completa degli istituti bancari e un’indagine approfondita che, oltre a identificare i rapporti bancari attivi, fornisce anche una stima del patrimonio disponibile.

 

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