Conti correnti dormienti – Successione defunto
Non è certo una tematica allegra da affrontare, ma volenti o nolenti, quando un caro viene a mancare è necessario prendere tempestivamente in mano la situazione e sbrogliare una serie di situazioni burocratiche prima che si complichino ulteriormente.
Con il decesso di una persona, sia il suo patrimonio, sia le eventuali passività, vengono trasferiti ai chiamati che accettano l’eredità.
Uno degli aspetti più enigmatici in caso di morte di un congiunto, attiene alla gestione dei rapporti che questi aveva con gli istituti di credito mentre era in vita.
Come trattare i conti correnti del defunto?
Una delle prime cose da fare è quello di contattare la banca (se si conosce) e comunicare il decesso del caro scomparso. Alla banca devono essere riconsegnati fisicamente gli assegni non utilizzati, i bancomat e le carte di credito.
Una volta riconsegnato il tutto, la banca congelerà tutti i conti correnti del defunto e consegnerà agli eredi un documento contenente tutti gli estremi e gli importi dei rapporti bancari del de cuius (defunto).
L’ammontare dei conti dormienti ammontava, nel 2017, a 2 miliardi di euro.
E nel caso di conto corrente cointestato?
In caso di conto corrente cointestato, l’intestatario sopravvissuto avrà diritto di eseguire operazioni sulla propria parte di saldo, aggiornato al giorno del decesso.
I conto correnti del deceduto verranno sbloccati solo a seguito della presentazione del documento di chiusura della successione.
A seguito dello sblocco del conto, sarà possibile procedere con la suddivisione del denaro tra gli eredi.
Le eredità nascoste
Non è raro che una persona passi a miglior vita portando con sé il segreto di conti correnti o beni nascosti.
Secondo un’indagine di Repubblica, l’ammontare dei conti dormienti ammontava, nel 2017, a 2 miliardi di euro. Sono somme non indifferenti e sono quasi tutti di conti di risparmiatori defunti dei quali gli eredi sono all’oscuro. Le banche infatti non sono tenute a cercare gli eredi e comunicarlo. Semplicemente, se nessun movimento è stato compiuto sul conto per più di 10 anni, questi divengono dormienti.
Cosa significa che un conto è dormiente?
Un conto diventa dormiente quando, con saldo superiore a 100 euro, colui che ne avrebbe diritto (l’intestatario) non tocca i soldi in esso contenuti per 10 anni consecutivi.
L’unico obbligo che gli istituti di credito hanno è quello di inviare una notifica a mezzo di raccomandata, avvisando che il conto sta per diventare dormiente. La raccomandata però, non sempre raggiunge il destinatario, o perché è nel frattempo deceduto, o perché ha cambiato residenza.
La legge prevede che le somme contenute nei conti dormienti siano automaticamente trasferite al Fondo apposito, istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Tale fondo, gestito dal CONSAP, ha la finalità di risarcire le vittime di frodi finanziarie, altrimenti danneggiate ingiustamente.
Tale iniziativa venne introdotta dall’allora ministro Tremonti; al via gli indennizzi nell’agosto 2019; le richieste di indennizzo sono presentabili sul sito dedicato reperibile qui.
Cosa fare per evitare che il conto venga “parcheggiato” al F.I.R.?
Come detto, la maggior parte dei conti dormienti appartengono a titolari defunti dei quali gli eredi sono rimasti all’oscuro.
Posto che le Banche non hanno l’obbligo di legge di comunicare l’esistenza, né l’ammontare del saldo agli eredi, è bene, in caso di decesso di un caro, avviare tutte le procedure atte a ricostruire esattamente il patrimonio del defunto, sia quello noto, sia quello “occulto”.
A tal proposito, CreditVision offre il servizio di rintraccio conto corrente deceduto, pensato proprio per evitare che i risparmi di una vita, siano persi per sempre lasciandoli in un conto dormiente presso chissà quale banca.
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CreditVision è un’agenzia investigativa fondata nel 1963 con sede a Padova, Milano e Napoli.
Autore: Jessica Bertazzo