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Solvibilità, cattivi pagatori e banche dati

“C’è crisi”. Quante volte hai sentito questa frase negli ultimi 10 anni?
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Ormai è diventato un intercalare comune nel far riferimento ad una condizione di difficoltà percepita da tutti. La Grande Recessione partita dagli USA nell’ormai lontano 2007 ha messo in ginocchio per diversi anni l’economia della maggior parte dei paesi occidentali. Una crisi finanziaria che si è ripercossa gravemente anche sull’economia reale incidendo direttamente sulla ricchezza del paese e anche sui cittadini.

Il PIL italiano è in crescita, ma ancora inferiore del 5.5 % rispetto al 2007.

Un evento storico insomma, quello della Crisi, che ha influenzato in modo diretto la vita di ciascuno di noi.  Conseguenza diretta sulle famiglie italiane è stata in questi anni – per ridurla ai minimi termini- una diminuzione del potere d’acquisto.  Contestualmente sono aumentate le richieste di finanziamento delle famiglie che necessitano di fondi per crescere o, in certi casi, sopravvivere.

Se da una parte sono cresciute le richieste di finanziamento, dall’altra banche e finanziarie hanno la necessità di conoscere meglio la qualità dei propri clienti;  un modo, a ben vedere, per proteggere sé e l’economia generale. 

Cosa fa la banca prima di concedere un prestito

Ottenere un finanziamento dalla Banca, come saprai, non è immediato. Prima di concedere una somma di denaro a titolo di mutuo e finanziamento, la Banca o l’istituto di credito si attengono a regole generali di valutazione per approvare l’erogazione di un prestito.

La valutazione preliminare che tutte le banche pongono in essere riguardano principalmente:

  • la capacità reddituale del richiedente

La capacità reddituale, dimostrabile con busta paga o dichiarazione dei redditi serve alla banca per conoscere la capacità del richiedente di ripagare il finanziamento e la rata del rimborso sostenibile dal cliente.

  • l’affidabilità creditizia del cliente ossia, la solvibilità.

Cosa si intende per solvibilità o affidabilità creditizia? 

La solvibilità è la capacità di adempiere agli impegni finanziari assunti.

Solvibilità, banche dati e prestiti

Il cliente è un buon pagatore o ci sono cose che dovremmo sapere?

Questa è sostanzialmente la domanda che si pone la banca nella valutazione della solvibilità del cliente. Si apre l’analisi del cliente prima ancora di investire nell’analisi del credito.

Ma come capire in via preventiva se si tratta di un buon pagatore? Be’ di certo non è un’esperienza che gli istituti di credito &co. gradiscono scoprire sulla propria pelle.  Esistono invece delle risorse apposite utilizzate regolarmente per verificare la solvibilità-affidabilità del richiedente.

Scopriamole insieme.

  • I SIC o Banche Dati Private: i SIC sono i Sistemi di Informazioni Creditizie, censiscono coloro che richiedono o hanno richiesto un finanziamento sotto i 30.000 euro (circa).
  • I CR o Banche Dati Pubbliche: i CR sono banche dati pubbliche e sono due, competenti per soglie di credito diverse:
  • Centrale Rischio della SIA (Società Interbancaria per l’Automazione) per importi tra i 30 000 e i 75 000 euro;
  • Centrale Rischio della Banca d’Italia per importi di credito superiori ai 75 000 euro.

Finalità di tale censimento nei diversi database è quello di “registrare” la condotta del debitore nei confronti della Banca o Istituto. In altre parole viene attribuita una reputazione creditizia in base alla puntualità dei pagamenti e all’ammontare dell’indebitamento complessivo.  I dati contenuti in questo enorme registro vengono aggiornati mensilmente sino all’estinzione del debito con l’istituto finanziatore.

I SIC e i CR consentono alle Banche di conoscere in anticipo il grado di solvibilità del cliente che può essere segnalato come buon pagatore o cattivo pagatore con evidenti conseguenze sulle probabilità che il credito venga erogato.

Non solo le Banche devono verificare: La Solvibilità delle aziende

Fino ad ora abbiamo fatto riferimento ai prestiti che richiesti dai privati ma una grande fetta dei finanziamenti richiesti alle banche sono di imprese che necessitano di liquidità per investire nella propria azienda.

La solvibilità dell’azienda è, analogamente, la capacità che ha un’impresa di ripagare il prestito. Se il privato paga le rate del mutuo con la busta paga, l’impresa no. L’azienda ha le risorse per pagare le rate del finanziamento, se i clienti pagano puntualmente, altrimenti non avrà la liquidità per pagare i propri debiti, contratti per dare un servizio al cliente.

È un circolo vizioso che in Italia conosciamo bene: le aziende non pagano perché non vengono pagate.

Verificare la solvibilità delle aziende è una prassi utile alle banche e gli istituti finanziatori ma una buona pratica anche per gli altri soggetti economici.  Come già sottolineato nell’approfondimento dedicatoanalizzare il profilo di solvibilità di un’impresa o un cliente, consente di minimizzare il rischio di insoluto.

Se lo esegue la Banca prima di elargire un prestito di poche migliaia di euro, perché non lo dovresti fare tu, nell’esercizio della tua attività professionale per evitare di avere a che fare con cattivi pagatori?

 

Autore: Jessica Bertazzo