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OSINT : l’investigazione tra intelligence e fruibilità dei dati personali

L’investigatore privato sempre più spesso si avvale delle tecniche di OSINT come punto di partenza per le attività di indagine.

Il nuovo oro, nell’era di internet, sono i dati.

Quali dati?

I dati che gli utenti, navigando, lasciando dietro di sé.

In media in Italia, secondo un’indagine riportata da La Stampa, una persona passa più di 6 ore al giorno in rete. Sembra un numero di ore davvero esagerato, ma se si pensa che sia per questioni lavorative, sia per necessità personali, sia per finalità di intrattenimento i nostri occhi sono posati costantemente su uno schermo.

Non è difficile a questo punto immaginare la quantità  enorme di dati che ogni giorno gli internauti lasciano in rete: dati personali, preferenze di consumo, indirizzi e-mail, foto, abitudini, ideologia politica, orientamento sessuale o altro.

A chi interessano i dati degli utenti?

Be’, a tutti.

A tutte le aziende, istituzioni, partiti, associazioni che grazie ai dati possono venderci qualcosa o ottenere altra utilità (basti pensare allo scandalo di Cambridge Analytica). I dati definiscono chi siamo, cosa facciamo e che preferenze abbiamo: una risorsa preziosissima per trasformare i soggetti in clienti o…elettori.

Questo è l’aspetto pericoloso del web: l’impronta digitale che lasciamo dietro di noi quando accendiamo il telefono o il computer e ci colleghiamo ad internet. Ma c’è anche un aspetto positivo quando si parla di dati personali sparsi in internet:  l’accessibilità ai medesimi dati, da parte di chi  abbisogna di ottenere informazioni per  tutelare un proprio interesse o diritto soggettivo. In altre parole, è vero che i dati personali che lasciamo nella rete – mentre navighiamo, ci registriamo, esprimiamo preferenze- possono essere usati “contro di noi” a discapito di privacy e libertà, ma quegli stessi dati possono essere utilizzati da qualcuno che per tutelare se stesso, in buona fede, deve sapere di più csu una situazione o un soggetto.

Fino ad un decennio fa, per ottenere informazioni su un soggetto l’investigatore privato partiva dalle tradizionali attività di pedinamento, appostamento e tutto quanto il cinema classico suggerisce in tema di spionaggio e investigazioni.

Questa approccio è oggi però sempre più desueto e lascia spazio a tecniche nuove molto più vicine all’intelligence che all’investigazione intuitiva alla Sherlock Holmes.

Si tratta dell’OSINT (Open Source INTelligence).

Che cos’è L’OSINT?

L’OSINT consiste nelle tecniche di intelligence finalizzate a ricostruire un quadro informativo circa un determinato target partendo da dati reperibii su fonti aperte (open source).

Fonti aperte sono ad esempio Facebook, Instagram, Snapchat, Twitter; ma anche Tripadvisor, Booking, Google Places (pensate alle recensioni con nome cognome indirizzo e-mail e data di visita); nonché i database o le fonti istituzionali che includono nome e codice fiscale quando comunicano graduatorie, esiti esami, istanze etc. (Università, Comuni, Province, Scuole e via dicendo).

Combinando così tutta una serie di frammenti di dati, l’investigatore potrà creare un punto di partenza solido da cui partire con le proprie ulteriori attività di investigazione.

Non dimentichiamo che l’investigatore privato è un professionista dell’indagine e dell’interpretazione del dato che ha dalla sua parte anche tutta una serie di strumenti specifici e canali di informazione esclusiva al proprio servizio (oltre che la necessaria Licenza).

Per questo motivo, nonostante le informazioni in rete sarebbero facilmente reperibili da chiunque, estrapolare solo le necessarie e combinarle in un quadro veritiero, sintetico ed utile è missione e lavoro dell’investigatore.

La fase fondamentale nel ciclo OSINT, infatti, è proprio quella dell’analisi, ove la componente umana (la c.d. human intelligence) è imprescindibile per scandagliare le informazioni raccolte e analizzarle personalmente con spirito critico che anche il più potente dei programmi non è in grado di imitare.

L’importanza dei dati

L’interesse che nutrono coloro che puntano a raccogliere quanti più dati possibili non è sempre legittimato o legittimabile. Per questo la privacy è più che mai a rischio nel mondo 4.0; non a caso proprio nel 2018 si è reso necessario l’arcinoto GDPR.

Ricordiamo che i casi in cui un investigatore privato interviene però, sono sempre legittimati a tutela di un diritto del soggetto committente: sia esso persona fisica o azienda.

Così ad esempio si rende necessario l’intervento dell’investigatore privato (che si avvale della cyber intelligence e delle tecniche di OSINT) nei casi di reputational due diligence, analisi suppliers, background check, variazione dell’assegno di divorzio, asset tracing, antifrode assicurativa etc.

Non è sempre vero il caro vecchio motto: sapere è potere? 

 

Se vuoi saperne di più contattaci senza impegno, ti risponderà subito un esperto.

 

 

Autore: Jessica Bertazzo